Il mobbing ha sempre avuto un problema: la difficoltà a essere provato, dimostrato. Anche perché ad oggi in Italia non esiste una legge in proposito, quindi il mobbing non è riconosciuto come reato. Un recente caso giudiziario, tuttavia, ha creato un precedente prezioso per punire gli atteggiamenti prevaricatori sul luogo di lavoro alla pari di altri reati come le lesioni o addirittura i maltrattamenti in famiglia.
La Corte di Cassazione, infatti, ha recentemente condannato il dirigente di un ufficio giudiziario della Liguria (sentenza 23923 del 10 giugno) che con il suo atteggiamento vessatorio ha stressato un dipendente fino al punto di fargli venire la depressione e l’ansia. Nella fattispecie, è particolarmente significativo che la Cassazione abbia condannato l’uomo sulla base della testimonianza dei colleghi. A seguito della sentenza, oggi chi pratica il mobbing rischia di dover risarcire la vittima, oltre che il carcere.