la Procura regionale presso la Corte dei Conti chiamava in giudizio un medico di medicina generale in regime di convenzione per chiederne la condanna al risarcimento del danno il favore della ASL.
Il fatto traeva origine dalla apparizione sulla stampa di presunti episodi di inappropriatezza prescrittiva di farmaci ad opera di taluni medici di base e dalle collegate e conseguenti indagini di polizia.
Qualora il medico di base – che ha scelto, del tutto liberamente, di esercitare l’attività professionale in regime convenzionale con il servizio sanitario nazionale – prescriva, utilizzando il ricettario pubblico, una terapia farmacologica che, per dosi, tempi, modalità di somministrazione non possa essere, secondo le note CUF (oggi AIFA), addebitata al servizio sanitario nazionale, pone in essere un comportamento connotato da inescusabile negligenza, tenuto conto anche della circostanza che il danno che ne deriva è agevolmente prevedibile e prevenibile.