Il Tribunale di Pavia ha condannato il medico omeopata a risarcire una paziente per oltre 210 mila euro.
Il paziente che liberamente sceglie di rivolgersi alla medicina omeopatica fa una vera e propria scelta di campo, soprattutto se, come accertato nel giudizio concreto, proviene da fallimentari, o comunque non satisfattivi trattamenti di tipo tradizionale. Il paziente vuole un diverso approccio medico e liberamente sceglie le modalità operative della medicina omeopatica.
Perché possa fare questa scelta in modo consapevole è necessario che sia debitamente informato sulle modalità di procedere della medicina omeopatica, sulle modalità diagnostiche nonché sugli interventi curativi che adotta.
In giudizio spetterà al medico omeopata l’onere di provare di aver informato adeguatamente.
Il medico omeopata allorquando all’evidenza la terapia applicata si dimostri inefficace, ma soprattutto quanto si riveli produttiva di danno, deve interrompere il trattamento alternativo ed avvisare il paziente della necessità di effettuare indagini diagnostiche specialistiche e di ricorrere alla medicina tradizionale.
Anche in questo caso in giudizio spetterà al medico omeopata l’onere di provare di aver adeguatamente informato.