Il Guardasigilli Cancellieri riceve Federsolidarietà Confcooperative «Misure alternative alla pena in carcere, dalle cooperative sociali un modello di successo»

«Reinserimento sociale ed economico, crollo della recidività e un risparmio netto per le casse dello Stato. Sono i risultati che la cooperazione sociale è riuscita a ottenere nel corso degli ultimi anni attraverso progetti di inserimento sociale nelle carceri italiane». Lo dice Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà Confcooperative che ha incontrato il ministro di Giustizia Cancellieri all’indomani del nuovo appello alle Camere del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per superare l’emergenza carceri in Italia.

 

«Il ministro Cancellieri – dice Guerini – condivide la necessità di adottare nuovi modelli che superino l’attuale gestione dei detenuti, orientandosi verso nuove forme percorsi detentivi che valorizzino la partnership con la società e le cooperative sociali, valorizzandone il lavoro fatto fino ad oggi. Solo aiutando la diffusione delle molte eccellenze presenti anche nel resto del Paese si potrà avere un maggiore impatto».

«Un modello, questo – continua Guerini – che le cooperative sociali sono pronte a rinforzare ulteriormente per superare il problema strutturale del sovraffollamento e valorizzare la rete territoriale che già oggi offre una vera e propria filiera di servizi nel processo di esecuzione della pena».

 

«I numeri parlano chiaro, sono migliaia negli ultimi anni i detenuti che, attraverso percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, hanno trasformato – aggiunge Guerini – la detenzione in un percorso di riscatto. Circa 150 le cooperative sociali attive oggi su tutto il territorio nazionale che operano in stretta collaborazione con le carceri. I risultati sono brillanti soprattutto considerando che il tasso di recidiva dei detenuti cala drasticamente a meno del 10% contro una media dell’80% fatta registrare dai detenuti che non seguono alcune percorso di inserimento. Risultati dai risvolti non solo sociali – conclude Guerini – ma anche economici per ogni ex detenuto che non torna a commettere reati lo Stato risparmia mediamente 200 euro al giorno».