Denunciando le troppe distrazioni che avvengono in sala operatoria, la Corte di Cassazione ricorda che “tutti i soggetti intervenuti all’atto operatorio devono partecipare ai controlli”. niente deleghe dunque e, in caso di errore, paga tutta l’equipe medica. L’avvertimento arriva dalla quarta sezione penale della Corte (sentenza 36580/2009) che si è occupata di un caso di malasanità avvenuto circa 12 anni fa.
Durante l’intervento chirurgico in un reparto di ostetricia era stata dimenticata una garza nell’addome di una paziente. L’intervento fu seguito dal primario, ma tutta l’equipe medica che vi aveva partecipato fu chiamata a rispondere di lesioni colpose. Anche l’aiuto medico chirurgo. Considerato il tempo trascorso il reato si è prescritto ma vi è stata comunque una condanna risarcimento dei danni in favore della parte civile. Nel corso del giudizio l’aiuto medico aveva sostenuto che in una struttura sanitaria pubblica egli dovrebbe rispondere soltanto per gli errori nell’area dei servizi a lui affidati. Mentre nel suo caso il primario avrebbe eseguito personalmente l’atto operatorio, dall’inizio alla fine, accentrando ogni decisione e controllo. La Corte nel respingere il ricorso ha ricordato che “nel caso in cui l’attività dell’equipe e’ corale, cioe’ riguarda quelle fasi dell’intervento chiurugico in cui ognuno esercita il controllo del buon andamento di esso, non si puo’ addebitare all’uno l’errore dell’altro e viceversa”. Per questo “non e’ consentita la delega delle proprie incombenze agli altri componenti poiche’ cio’ vulnererebbe il carattere plurale del controllo che ne accresce l’affidabilita’”. Poco importa che il primario abbia la tendenza ad accentrare su di se i compiti, nel caso in questione la corte ha rilevato che si e’ trattato di una “macroscopica e banale dimenticanza che, come tale, deve essere addebitata a ciascuno e a tutti i componenti di quella equipe”.