Dal 1 gennaio 2011 è diventata obbligatoria per tutti i datori di lavoro, sia pubblici che privati, la valutazione dei rischi da stress negli ambienti di lavoro, così come disposto dal D.Lgs. 81/08. Tale valutazione deve riguardare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui quelli collegati allo stress da lavoro-correlato” (art. 17). Una volta individuate le fonti di rischio di stress, devono essere indicate nel Documento di Valutazione dei Rischi.
La valutazione viene effettuata seguendo criteri applicabili a livello nazionale. Per prima cosa si compie una valutazione oggettiva su gruppi di lavoratori con caratteri affini e viene definito il livello di rischio da stress lavoro-correlato; successivamente viene compiuta una valutazione soggettiva su gruppi affini che hanno mostrato un livello alto di rischio; infine viene delineato un piano di azione e monitoraggio. In particolare, le direttive cui devono attenersi i datori di lavoro sono state definite dalla commissione consultiva permanente per la salute nei luoghi di lavoro istituita presso il Ministero del Welfare.
Con tale normativa il legislatore ha ammesso la rilevanza dello stress da lavoro correlato riconoscendone le ripercussioni che può avere sull’attività lavorativa di tutti i dipendenti, obbligando conseguentemente i datori di lavoro a includerlo come parte integrante della valutazione dei rischi aziendali.