Nel caso in cui un vicino dovesse improvvisamente innalzare costruzioni in presunta violazione della normativa e dunque perpetrando un potenziale abuso edilizio, è considerata legittima la videoripresa o la riproduzione fotografica di tali attività potenzialmente illegittime senza rischiare una condanna per violazione della privacy degli edificatori.
Le riprese dovranno però limitarsi a ritrarre solamente le opere in fase di realizzazione e non gli interni dei locali di proprietà privata.
E’ quanto ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza in esame che ha annullato una doppia condanna per interferenze illecite nella vita privata e molestie inflitta a due imputati che erano stati condannati in primo e in secondo grado per aver filmato le attività dei vicini confinanti intenti a costruire un muretto di confine.
I giudici di legittimità hanno cassato la sentenza di condanna non ritenendo sussistenti i presupposti per la configurazione del reato, giustificando le riprese in questione poiché queste si limitavano a ritrarre solo il potenziale abuso edilizio senza interferire illecitamente nella vita privata dei confinanti e senza violare con tali attività la loro privacy.
La sentenza in esame sembra aver posto una contrazione alla tutela della vita privata al fine di tutelare un interesse ritenuto prevalente quale è appunto la sanzione dagli abusi edilizi.