I giudici della Corte di Cassazione hanno ingiunto alla pubblica amministrazione di risarcire una signora la cui auto era stata fatta rimuovere da un ausiliare del traffico.
Quante volte vi è successo di non riuscire a trovare la macchina nel parcheggio in cui l’avevate posteggiata? Chi lo ha provato, sa che l’esperienza è ansiogena, ma quel che è capitato a una signora incinta è sicuramente peggio: dopo aver lasciato l’auto sulle strisce pedonali, infatti, al suo ritorno non l’ha più trovata. Un furto? Una rimozione forzata? Dopo aver faticato parecchio a capire cosa fosse capitato all’auto e aver pagato per riprendersela, la donna ha ingoiato l’ennesimo boccone amaro scoprendo che la multa e la conseguente rimozione erano opera di un ausiliare del traffico, cioè di una figura non avrebbe potuto elevare nessuna delle due sanzioni. Presentato ricorso, il caso è arrivato in Cassazione, di fronte al quale i giudici hanno concordato che la ricerca dell’auto rimossa è una fonte di stress che legittima il risarcimento, calcolato nella fattispecie in 200 euro.