Milanese «No a tagli lineari sulla sanità. Promuovere secondo pilastro welfare e puntare su modello più omogeneo ed efficace di cure primarie sul territorio»

«Negli ultimi anni tutti i fondi per le politiche socio sanitarie sono stati drammaticamente ridotti. Il fondo sanitario è ora a rischio di tagli importanti. Razionalizzare i costi è doveroso, ma occorre intervenire sulla spesa sanitaria non con una logica di tagli lineari, ma con una visione complessiva che governi la domanda e l’offerta di servizi di tutela della salute. In caso contrario, il rischio è di ottenere risultati aritmetici nell’immediato, ma con effetti negativi nel medio e lungo periodo». Lo dice Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità Confcooperative in merito alla spesa sanitaria e ai tagli che potrebbero essere compresi nella Legge di Stabilità.

 

«La riduzione costante e progressiva dei posti letto ospedalieri, per esempio – aggiunge Milanese – non ha visto una crescita, in parallelo, di una rete di servizi territoriale che risulta, insufficiente ed estremamente parcellizzata, senza contare l’ulteriore ridimensionamento che la metà, circa, delle Regioni italiane sono state obbligate a seguire nelle strette dei Piani di rientro dal disavanzo».

 

«L’obiettivo deve essere quello di passare da un modello di sanità che ruota attorno all’ospedale, a un sistema di cure primarie in grado di rispondere alle necessità dei cittadini in modo omogeneo, qualificato, efficace e accessibile. Occorre inoltre governare e promuovere il secondo pilastro del welfare a carattere mutualistico rendendolo sinergico rispetto alle politiche di razionalizzazione del sistema pubblico. Non dimentichiamo, infatti, – conclude Milanese – che la Spesa Sanitaria Privata in Italia ammonta ad oltre 30 miliardi di euro l’anno. Il finanziamento pubblico ne copre il 79% e la rimanente parte è a carico dei privati. Solo l’11% della spesa privata è governata attraverso fondi integrativi, mutue e assicurazioni individuali».