Riportiamo un estratto dell’intervento di Roberto Grasso, General Manager di D.A.S. Italia, sul quotidiano finanziario Milano Finanza.

Per una PMI affrontare un contenzioso legale può diventare un fatto assai traumatico non solo dal punto di vista personale ma anche in termini economici, diventando spesso un ostacolo rilevante se non addirittura motivo di blocco dell’attività. Ancora più complicata è la situazione per i liberi professionisti che nel nostro Paese sono circa un milione e 300 mila.

Il problema per PMI e professionisti non è soltanto avviare una vertenza legale, ma subirla per via del mancato rispetto di normative europee e nazionali sempre più stringenti, complesse e in continua evoluzione. In altri Paesi europei, Germania e Austria in testa, le imprese che non sono strutturate con propri uffici legali, per tutelarsi fanno ricorso alle polizze di tutela legale. In Italia siamo ancora abbastanza indietro sia per scarsa cultura assicurativa sia perché manca una corretta percezione dei rischi a cui si va incontro.

Con un’assicurazione di tutela legale di poche centinaia di euro l’anno una piccola azienda si mette al riparo da eventuali problemi di natura penale e amministrativa (ad esempio in materia di sicurezza, ambiente, privacy, ecc.) e anche da controversie di natura contrattuale con fornitori, dipendenti o clienti. Esistono polizze costruite su esigenze specifiche: per l’artigiano, per i dirigenti, per il dipendente che guida i mezzi aziendali, per i liberi professionisti, per l’impresa agricola o quella edile, per l’albergo o il condominio, per le scuole piuttosto che per le associazioni.

In Italia il comparto della tutela legale ha totalizzato nel 2014 una raccolta premi di 356,6 milioni di euro, in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente. Le oltre settanta compagnie di assicurazione, di cui sette specializzate, hanno raddoppiato la raccolta in dieci anni. Tolto il piccolo Lussemburgo dove la spesa pro capite (2013) è di 65,70 euro, la nazione che spende mediamente di più in coperture di tutela legale è l’Austria con 57.70 euro a testa. Significative anche la spesa media procapite in Svizzera (49,70 euro) Olanda (41,90 euro), Germania (40,80) e Belgio (39,40). Tutti Paesi non ingolfati dalle cause civili. L’Italia non va oltre i 4,90 euro procapite.

Le ragioni del ritardo italiano rispetto agli altri Paesi europei emergono chiaramente da un’indagine che abbiamo condotto su un campione selezionato di cittadini, tra cui numerosi imprenditori e professionisti. Il 59% degli intervistati non sa cosa sia un’assicurazione di tutela legale e anche il restante 40%, che ha dichiarato di conoscere questo tipo di coperture, ha solo un’idea vaga dei vantaggi e dei servizi inclusi.

Se solo gli italiani approfittassero di questo strumento si ridurrebbero i tempi e i costi della giustizia civile italiana. Con un’approfondita attività di analisi preventiva dei motivi del contendere e una qualificata assistenza legale nelle fasi stragiudiziali per la ricerca di una soluzione bonaria della controversia, le liti giudiziarie potrebbero ridursi in maniera importante evitando di ingolfare ulteriormente i tribunali italiani, ormai vicini al collasso. Perché dunque non studiare a livello istituzionale agevolazioni, anche fiscali, che favoriscano la diffusione di queste coperture?